Piccole giocatrici crescono. Bene...
- 04/11/2016
Domandina facile facile: come giudichereste il cammino di una squadra che, dopo aver vinto un totale (sì, totale...) di cinque partite nelle ultime tre stagioni sportive, all'inizio di quella appena avviatasi, ne ha già vinte due su due?
Sgombriamo subito il campo dalla prima e più banale risposta: no, non è stata fortuna! Vogliamo andare più sul concreto? Se parlassimo di un gruppo che è cresciuto, è migliorato, ha ingoiato polvere ma non si è mai abbattuto, ha imparato dalle batoste, ha sofferto, ma ha sempre tenuto duro, beh, ecco se parlassimo di tutto ciò non saremmo lontani dal vero, anzi...
Stiamo parlando della squadra Under 16 femminile targata A.I.C.S. allenata (come del resto il gruppo Under 13 e quello minibasket-bimbe dal 37enne Claudio Domeniconi che, a ciò aggiunge anche l'attività di vice allenatore e di preparatore della squadra femminile di serie B allenata da Luca Chiadini.
”Le alleno da quattro anni, da quando facevano la 5ª elementare – spiega il coach - e quindi le conosco e voglio bene a ciascuna di loro come se fossero le mie figlie. Per tre anni abbiamo lavorato a testa bassa vincendo una miseria ed ingoiando e mandando giù tutto il possibile in termini di batoste e sconfitte. Inoltre il gruppo originario si è sfaldato perché nel giro di due anni sette ragazze in totali sono andate alla Libertas, per cui siamo stati costretti a rivoluzionare il gruppo mantenendo però sempre intatto lo spirito e lo scopo della nostra attività”.
Oggi, all'inizio del nuovo campionato le Under 16 hanno vinto le prime due partite battendo rispettivamente 45-32 Calderara e 60-40 Sasso Marconi. Due partite che hanno dimostrato non poco: “Hanno dimostrato – continua il coach – innanzitutto che le ragazze sono molto unite, poi che dopo tutte le batoste che hanno preso hanno imparato a soffrire e soprattutto a veicolare nella giusta maniera la loro voglia di riscatto, e poi che sono un gruppo coriaceo, che non molla. Dico sempre loro che dobbiamo goderci questo viaggio insieme, un viaggio di cui però non conosciamo la meta, un viaggio che può essere ricco di sorprese, di gioie, di dolori, di tristezze e di imprevisti, ma anche di tanta soddisfazione. Allenarle mi diverte, sono la mia prima squadra, sto crescendo con loro. Errori ne ho fatti tanti e ne farò ancora, da loro imparo tanto da un punto di vista emotivo, tecnico ed anche sociologico. Ed a loro non farò mai mancare il mio entusiasmo, la mia voglia, i miei consigli e la mia presenza. Per loro devo cercare di essere un facilitatore, spero di riuscirci. Le prime due partite vinte? Non siamo diventati fenomeni ora, così come non eravamo scarsi l'anno scorso. L'importante è che continuiamo ad osare, a prendere rischi e dopo l'eventuale primo errore non commettere il secondo, quello più grave: abbattersi e rinunciare. Rispetto ad un anno fa l'obiettivo non è cambiato: mettere in pratica in partita quello che proviamo in allenamento e dare la possibilità al tempo di fare il suo corso. Io di certo non lo voglio, né lo devo o lo posso anticipare”.
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