A.I.C.S. BASKET

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Seconda selezione regionale annata 1996

Continua l'appassionante avventura del nostro Luca Fantuzzi, capitano della formazione Under 13, nelle diverse fasi della Selezione per l’annata 1996 finalizzata al Trofeo delle Province 2009 e alla costruzione della rappresentativa dell’Emilia Romagna che disputerà il Torneo Bulgheroni.

Martedì 7 maggio si è tenuto a Lugo un concentramento che vedeva schierati tutti i migliori atleti della Regione e il giovane dell'A.I.C.S. BARONE MONTALTO BASKET FORLÌ si è fatto, come al solito, valere. Il livello è sempre più alto e la concorrenza assai forte. Comunque vada, Luca ci sta regalando grandi soddisfazioni e vivendo una straordinaria esperienza che potrà essere ancora più bella se, da vero Capitano, saprà trasmettere quanto imparato (concentrazione, impegno, spirito di sacrificio) ai propri compagni.

J. A.

Clikka qui per la foto dell'evento


Adesso, parola a Luca:

Martedì 7 marzo si è tenuto al Palabanca di Lugo, palazzetto di nuova costruzione, la seconda selezione regionale di pallacanestro per i ragazzi nati nel 1996: io rappresentavo l'A.I.C.S. BARONE MONTALTO BASKET FORLÌ.

Devo ammettere che la decisione di non partire per la gita scolastica di più giorni in concomitanza al giorno della selezione mi ha addolorato molto, ma incitato dalla mia passione per questo sport e dal mio coach G.Luca Gori, ho preso una risoluzione: partecipare alla selezione e dare il meglio di me, perché sono occasioni che non capitano spesso nella vita, quindi meglio provare a confrontarmi con altri ragazzi di altre realtà fuori Forlì e sperare di fare bella figura.

I giorni che hanno preceduto l’evento tanto aspettato sono stati colmi di ansia e agitazione. Quando l’evento fatidico è arrivato, ero un fascio di nervi. Il coach mi diceva, negli allenamenti, di provare a dare il massimo, ma soprattutto, di divertirmi. In fondo non era il primo provino a cui partecipavo.

Durante il viaggio d’andata ascoltavo i consigli di mio babbo, mio primo tifoso, che mi ha sempre appoggiato ed incoraggiato in queste situazioni. Arrivato al palazzetto, ho trovato a seguirmi il mio coach Gori. Ho indossato la mia divisa e mi sono presentato in campo. Lì mi ha accolto uno dei selezionatori, ed in gruppo ci ha descritto come si svolgeva l'evento. Ho rivisto i coach che ci avevano giudicato nella precedente selezione a Cesena, i quali poi ci hanno divisi in due gruppi.

All'inizio, come in ogni partita, abbiamo fatto il riscaldamento con il dai e vai. Ogni volta che palleggiavo, succube della tensione, temevo di perdere il pallone e di fare una brutta figura, ma sono riuscito a superare questa fase. La partita ha visto «sfidarsi» i Romagnoli contro gli Emiliani. Per noi è stata sempre in salita, l'Emilia mi è sembrata molto più forte di noi fisicamente. Era il secondo quarto e ancora non mi avevano fatto entrare, sentivo la voglia di giocare, ma in silenzio aspettavo guardando gli altri. Alla chiamata dell'allenatore per scendere in campo non riuscivo a reggermi sulle gambe. Ero pronto, ma ero consapevole che da lì in poi sarei stato giudicato. L’esperienza mi ha aiutato e in pochi momenti la trepidazione mi è passata.

Entrato in campo ho cercato di esprimere al meglio le mie qualità di difensore e la mia velocità nei contropiedi che mi hanno permesso di recuperare palloni e di realizzare il mio unico canestro. La tensione in campo era forte e il livello degli altri giocatori era elevato. Ma non ero certo da meno...

Finita la partita abbiamo fatto la foto di gruppo e abbiamo fatto l'ultimo saluto tra noi ragazzi. Ho fatto amicizia con altri ragazzi, alcuni di questi li rivedrò domenica 10 maggio ad un torneo a Faenza. Ripresi i panni di tutti i giorni sono andato da mio babbo che si è congratulato con me. Quando mi sono trovato solo nella mia camera la stanchezza fisica e lo stress mi hanno assalito (dopo due ore e mezza di partita).

Se sono arrivato fino a qua è grazie ai miei genitori, alla mia Società, dal Presidente in giù, ai miei compagni di squadra, a Carlotta, mamma di Marco, che mi ha accompagnato in macchina agli allenamenti durante tutto l’anno: tutti mi hanno sostenuto ed incoraggiato.

Questo sport mi riempie di emozioni, il basket lo sento dentro e cerco di esprimerlo, mi fa divertire ed imparare a vivere e collaborare con tutti, questo mi sta facendo crescere sia come ragazzo che come atleta. Comunque vada ho cercato di fare del mio meglio, questo non è un traguardo per me, ma uno stimolo nuovo per continuare a crescere sempre, come dice il mio allenatore, con la fronte a canestro e la testa alta.

Grazie a tutti, a Johnathan Angeli e Marco Gaiotti per l’articolo che mi hanno dedicato: so che ha commosso la mia famiglia.

Ciao dal vostro capitano.

Luca Fantuzzi #12